Frammenti EXPO '67. Alexander Calder
6 maggio - 18 ottobre 2015
Trois disques (Man) / L’Homme
In occasione dell’Expo venne commissionata ad Alexander Calder dalla International Nickel Company of Canada (INCO) la scultura monumentale della serie stabile che verrà chiamata Trois disques (Man). L’artista considerò di costruire l’opera in nichel in onore del committente, ma questa soluzione si rivelò tecnicamente impossibile a quella dimensione. Calder tornò, quindi, al già sperimentato acciaio; per la prima volta nel suo percorso artistico, l’opera monumentale, non fu verniciata ma lasciata al grezzo, mettendo in rilievo la sua materialità.
Lo stabile con i suoi 22 m di altezza, 102 fogli di acciaio inossidabile, quasi un chilometro di fascette e 4000 bulloni sempre in acciaio, venne donata ai cittadini di Montréal il 17 maggio del 1967, giorno del 325° anniversario della fondazione della città, e installato all’ingresso dell’Expo in Place de l’International Nickel, dove il pubblico arrivava con la metropolitana per accedere al grande evento.
In mostra
La mostra, a cura di Germano Celant e realizzata in collaborazione con la Fondazione Calder di New York, documenta nello Spazio Vedova, tramite modelli, film e fotografie del 1967, l’intervento di Alexander Calder nell’ambito dell’Expo di Montréal. Le maquettes presenti testimoniano il processo di lavoro di Calder. Per i suoi stabiles (sculture astratte immobili) l’artista costruiva modelli di piccole dimensioni, che, quando venivano confermati per diventare monumentali dai loro committenti, passavano a una scala media (intermediate maquettes) per valutarne la fattibilità tecnica ed essere, infine, portati alle grandi dimensioni definitive in una delle fonderie cui Calder si appoggiava. Nel caso di Trois disques l’opera venne fabbricata nella fonderia Etablissements Biémont a Tours, non lontano dalla casa di Calder a Saché, nella valle della Loira.
La maquette originale di Trois Disques, il lavoro di Calder per l’Expo del 1967, è esposta a Venezia. Il titolo dell’opera monumentale venne cambiato in Man/L’Homme, in ragione del tema dell’Expo. Per contestualizzare nell’epoca la scultura di Calder, la mostra è arricchita dalle fotografie di Ugo Mulas.
Oltre a diversi altri stabiles e lavori su carta, la presentazione include un mobile, un esempio delle sculture cinetiche per cui Calder è più conosciuto, dove il gioco di equilibrio è dinamico, influenzato dalle correnti d’aria e, quindi, anche dall’interazione con il pubblico.