Emilio Vedova. Lacerazione. Plurimi/binari '77/'78
30 giugno - 20 novembre 2012
La mostra Lacerazione. Plurimi/Binari ’77/’78, a cura di Fabrizio Gazzarri, presenta per la prima volta insieme 3 cicli Lacerazione completi (II, III e il IV, inedito) e alcuni Plurimi/Binari singoli. I cicli sono installati nello Spazio Vedova, un tempo studio dell’artista, esattamente dove nacquero tanti anni fa.
La scelta del titolo, nelle abitudini di Emilio Vedova, era operazione particolarmente laboriosa perché suggeriva la prima indicazione di poetica e il suo nucleo problematico. Questa ricerca, spesso tormentata, produceva molto materiale per poter precisare il pensiero del lavoro. Lacerazione, definizione inusuale per le opere vedoviane piu’ conosciute per la loro potente gestualità, esprime tutta la passione e l’intensità del profondo disagio esistenziale di quel suo momento di vita. Per Vedova il richiamo verso una condizione umanamente autentica era diventato fortissimo, oltre la contingenza sociale e politica, cercata nella solitudine dello studio e nel suo silenzio intensamente vissuto, laddove la ragione non può spiegare e non può decidere. Lacerazione è anche punto di risonanza di alcuni suoi riferimenti, amati e chiamati, come Goya, un certo Tintoretto ma più ancora, in questo caso, Giandomenico Tiepolo. I Plurimi/Binariesprimono una sorta di congelamento espressivo. Diversamente dai Plurimi,proiettati verso l’esterno a occupare e scontrarsi con spazi e situazioni, iPlurimi/Binari percorrono silenziosamente inquietanti traiettorie parallele senza contatti e traumi rumorosi. I Plurimi/Binari, così come i primi Plurimi, vennero definiti da Vedova “Spazi/Azione”, al di là quindi di ogni catalogazione ristretta semplicemente alla pittura o alla scultura, per sottolineare il senso incombente di un evento che si rinnova di volta in volta coinvolgendo il pubblico stesso. I Plurimi/Binari sono dipinti su pannelli asimmetrici in legno, scorrevoli in parallelo su binari in gruppi di 2 o 3, che sovrapponendosi creano collage in movimento, stretti da forti strutture in acciaio. Vedova ne realizzò cinque cicli (I, II, III, IV e V), ognuno composto da dieci forme in quattro inquadrature.