Emilio Vedova di/by Georg Baselitz
18 aprile - 3 novembre 2019
“Sono sempre difficili – scrive il Presidente della Fondazione, Alfredo Bianchini – i percorsi che dovrebbero stabilire coincidenze, identità, differenze tra artisti, per cui sarebbe una vana ed inutile esercitazione quella di un confronto fra Vedova e Baselitz. Certo che le figure con la testa in giù, totalmente capovolte, che Baselitz alla fine degli anni Sessanta comincia a dipingere, esprimono sicuramente una visione critica e contestativa della realtà. Manifestano, cioè, una rottura con le convenzioni che investono l’uomo e il suo tempo, quasi si immaginasse una clessidra capovolta in cui i granelli di sabbia, infrangendo la regola della gravità, non scendessero ma salissero invertendo così gli stessi processi esistenziali della vita umana. In fondo Vedova per altre vie e con altri segni critica e contesta con una intensa partecipazione etico-politica i percorsi dell’umanità nella inesausta, irrisolta dialettica tra il bene e il male immortalata negli straordinari cicli dello Scontro di situazioni e delle Immagini del tempo”.
Vedova e Baselitz erano legati da una profonda e duratura amicizia fin dai primi anni Sessanta nella Berlino divisa dal muro, dove Vedova visse per circa due anni e dove realizzò l’Absurdes Berliner Tagebuch ‘64 nel suo grande studio. Particolarmente vivo è il ricordo dell’omaggio che Baselitz fece alla Biennale di Venezia del 2007 all’amico veneziano subito dopo la sua scomparsa con una serie di opere di straordinaria forza espressiva. Così Baselitz ricorda in una lettera il suo primo incontro con la pittura di Vedova: “Comperai un quadro di Emilio, il Manifesto universale del 1957, da Rudolf Springer, lo comperai come documento, il mio primo sguardo verso ovest, a Berlino quella volta, un quadro astratto, con un suo fondamento (Piranesi) e una sua veemenza, da innamorarcisi.” Nel centenario della nascita di Vedova la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova è lieta che sia proprio il Maestro tedesco a curare questa esposizione, selezionando alcune opere da lui ritenute particolarmente rappresentative. La mostra pensata da Baselitz presenta due serie di grandi opere su tela di Emilio Vedova (teleri) tutte rigorosamente in bianco e nero, appartenenti ad altrettanti momenti significativi del suo lungo e complesso percorso artistico, gli anni ‘50/’60 e gli anni ‘80.
Nello spazio espositivo del Magazzino del Sale le opere sono quindi installate, secondo il progetto di Baselitz, su due lunghe pareti frontali. Su quella di destra sono allestite sei grandi opere quadrate provenienti da quegli anni ottanta che videro il maestro veneziano protagonista con una pittura esplosiva e di grande impatto visivo; su quella di sinistra una serie di opere storiche di fine anni cinquanta e inizio anni sessanta: dallo Scontro di situazioni ’59-II-1 realizzato a Palazzo Grassi nel 1959 in occasione della mostra “Vitalità nell’arte” ad alcune opere appartenenti a cicli di quegli anni: Immagine del tempo (1958), Per la Spagna (1961-1962). Una scelta, quella di Baselitz, che accompagna direttamente nel cuore dell’esperienza artistica di Emilio Vedova, presentando una mostra, “estrema” nella visione e radicale nei contenuti, che collega tra loro due periodi cruciali dell’opera di Vedova, con un intervallo di venti anni, dimostrandone la continua vitalità sperimentale e di ricerca.